venerdì 27 dicembre 2013
martedì 10 settembre 2013
Pomeriggio a cavallo - Sale & pepe Kids
Un ringraziamento ai piccoli modelli e uno particolare al Centro Equestre L'Airone di Santa Cristina (PV), che ci ha permesso di realizzare il servizio in una splendida location.
venerdì 30 agosto 2013
lunedì 29 luglio 2013
Federico Delmonte- un giovane chef da tenere d'occhio
Federico
Delmonte nonostante la giovane età, ha già accumulato una serie di esperienze
importanti. Partito per Londra subito dopo la scuola alberghiera, dove ha
ampliato i suoi orizzonti avvicinandosi a modi di cucinare ancora a lui
sconosciuti, rientra in Italia e approda al ristorante Il Pagliaccio di Roma,
al fianco di Antony Genovese,
esperienza da lui definita fra le più importanti per la sua formazione di chef.
Seguiranno altre due parentesi in
rinomati ristoranti della Romagna (il Povero Diavolo di Torriana in
provincia di Rimini e Il Magnolia
di Cesenatico), per terminare con la grande opportunità di trascorrere un
periodo a Firenze presso la cucina dell’enoteca Pinchiorri. Il suo pensiero
gastronomico di fondo parte dalla qualità e dalla stagionalità della materia prima.
Federico Delmonte è costantemente alla ricerca di prodotti alimentari di
eccellenza, che elabora e trasforma con l’ausilio della tecnica acquisita ma
sempre nel rispetto del gusto e senza mai dimenticare il legame con la cucina
tradizionale dei suoi luoghi d’origine.
Come è nata la Sua passione per la cucina?
Credo risalga alla mia infanzia, è qualcosa di
legato alla figura dei miei nonni che mi hanno avvicinato alla cucina
insegnandomi anche il rispetto per
il cibo.
Se non avesse fatto lo chef che lavoro avrebbe
fatto? Probabilmente avrei scelto
una professione nell’ambito sportivo.
Mi dica tre caratteristiche necessarie che
contraddistinguono un bravo chef.
Costanza,
umiltà e buona tecnica.
Battuta Raffaello Battuta di fassona piemontese condita con tandoori lime, olio evo e poi avvolta nel cocco rapé |
Lei è volato a Londra subito dopo la scuola
alberghiera. E’ stato difficile per un ragazzo giovane inserirsi in quel
contesto e quanto ha contato questa esperienza?
Inizialmente è stato abbastanza difficile inserirsi
in una realtà così diversa ma devo ammettere che ne è valsa la pena perché si è
rivelata un’esperienza importante. Sicuramente sono stato facilitato dal fatto
di trovarmi in compagnia di altri tre ragazzi della mia età, e ciò ha fatto si
che ci motivassimo a vicenda. Anche se alla fine, come in molti casi della
vita, devi buttarti da solo e camminare con le tue gambe.
Che differenze ha riscontrato nel lavorare in un
ristorante inglese, “The Dorchester” e un ristorante italiano a Londra, lo
“Zafferano”?
The Dorchester mi ha
insegnato il rigore, la pulizia e la costanza, elementi fondamentali per
mantenere il livello richiesto dalla situazione. La parentesi professionale
presso il ristorante Zafferano, invece, è stato il mio primo approccio ad una
cucina stellata.
Capesante, fave , caciotta e limone Purea di fave, Capesante scottate con su caciotta e gel al limone e bergamotto, lavanda e ravanello |
C'è una cucina, nel mondo, che più l'affascina e che magari Le ha
ispirato qualche contaminazione di stili e di gusti? Per il momento sono influenzato principalmente dalle diverse culture che ho imparato a
conoscere durante il mio percorso professionale , come quella orientale ad
esempio. Col tempo però, ampliando
gli orizzonti, il mio stile di cucinare potrebbe rivelare nuove contaminazioni.
Il mio punto di partenza è comunque sempre la cucina italiana.
Il carciofo..... Pappa al carciofo, carciofo cotto e brasato con su del berbere, succo di orzo e pane croccante |
Tra le Sue esperienze professionali ci sono quella al Pagliaccio di Roma, al fianco di Antony Genovese e una breve parentesi all’Enoteca Pinchiorri. Che influenza hanno avuto nella Sua formazione? Quella con Antony Genovese è stata per me un’esperienza fondamentale che si è poi trasformata in una solida amicizia. Grazie a lui mi sono avvicinato alla cultura orientale riuscendo ad apprezzarne ogni sfumatura, tanto che oggi la si può ritrovare nelle mie proposte culinarie. Lo stage all’ Enoteca Pinchiorri mi ha insegnato l’eleganza nel modo di presentare il cibo, che non è mai dissociata da un certo rigore. Sono state entrambe due grandi opportunità per accrescere il livello della mia professione.
Quali sono gli ingredienti che non possono mancare
nella Sua cucina?
Nelle mie preparazioni utilizzo molto gli agrumi,
per esempio.
L’idea di un suo nuovo piatto nasce dall’impulso o
dalla sperimentazione?
Direi
sicuramente dall’impulso.
La creazione culinaria di cui è più orgoglioso?
E’ difficile dirlo perché sono molto critico con me stesso e mi
sembra di non avere mai fatto bene abbastanza.
C’è un piatto non Suo che avrebbe voluto creare
Lei?
Si, si tratta del wafer di foie-gras servito come amuse bouche dello chef Mauro Uliassi di Senigallia.
Ripeterebbe tutto daccapo?
Certamente si.
Emanuela Tediosi
martedì 16 luglio 2013
Estate, tempo di pesche !
Estate, tempo di pesche! Le colline intorno a Pesaro ne sono gravide. La loro terra permeabile e di medio impasto sembra fatta apposta per produrre un frutto sodo e morbido al contempo, succoso, prosperoso e vellutato, che per sensualità ha come rivale solo la ciliegia. Ma mentre la ciliegia è come un amore giovanile (non basta mai), la pesca è già un amore più maturo: non la mangi in un boccone, ma ti ci devi impegnare e sbrodolarti le dita e , alla fine, ti lascia sui baffi il suo profumo, ti sazia.
Frutto nobile e antico, in questi luoghi è apprezzata da tempi lontani: in una lettera del 1577, Vittoria Farnese, moglie del Duca di Urbino, Guidobaldo II, scrive alla Contessa di Montelabbate, Livia Rota Negrini, ringraziandola per le belle e buone pesche ricevute in dono.
Ma anche nella mia storia personale ha lasciato tracce. Le gite domenicali con i miei sulla strada montelabatese infuocata che ci portava a Urbino erano continue soste in oasi di profumo : un contadino sotto un ombrellone e accanto un'Ape Piaggio stracarico di platò e un cartello che più essenziale non si può : pesche.
Oppure un'altra traccia è quella di mio padre che a fine pasto taglia a grossi tocchi una pesca gialla e la immerge in un bicchiere di rosso; in pratica una sangria, ma povera, espressa, da consumarsi subito, che non ha bisogno di tanti aromi e ingredienti, ne bastano due , allegri e goduriosi: il Sangiovese e le pesche.
P.S. Dal 1945 ogni terza domenica di Luglio si svolge a Montelabbate (PU) la Sagra delle Pesche, ma pochi giorni fa una grandinata con chicchi grossi come noci ha mitragliato i raccolti e ne ha fatto strage.
Presumo quindi che sarà una edizione sottotono (come molte altre cose che ci riguardano) , a meno che non intervenga il miglior amico delle pesche a dare una mano.........il Sangiovese.
Andrea Angelucci
Un ringraziamento particolare alla Ines che nulla esclude possa aver incontrato da bambino in una di quelle oasi profumate con il cartello Pesche.
martedì 22 gennaio 2013
Una storia di farina, acqua e frumento
L'hotel Mulino Grande è un eco-design hotel a 4 stelle immerso nella natura del Parco Agricolo Sud a pochi passi da Milano e a 15 minuti dalla Fiera di Rho. E' un hotel di charme, frutto del recupero di un vecchio mulino del '500, per la cui ristrutturazione sono stati utilizzati materiali ecocompatibili, come legno, ferro e pietra con l'intento di mantenere una relazione con le radici del luogo, così come per la climatizzazione degli ambienti ci si affida all'energia geotermica e a quella solare. Nell'arredamento si alternano pezzi classici a pezzi di design più moderno, che creano un trait d'union tra passato e presente.
Situato poco distante dal castello di Cusago l'hotel offre ai suoi ospiti 21 camere, suites e junior suites oltre a due sale congressi, oltre ad una piccola SPA, con programmi di trattamenti personalizzati tutti rigorosamente a base di prodotti naturali.
All'ingresso dell'hotel una piccola reception dove subito si percepisce l'atmosfera calda e accogliente che caratterizza l'intera struttura. Da qui si attraversa un piccolo ponte vetrato, affacciato da un lato sul mulino e dall'altro sulla roggia Soncina che conduce all'area Lounge con pavimenti in cotto originale e tre macine restaurate, con ruote in pietra e tramogge in legno, che rendono molto gradevole la prima colazione a buffet.
All'interno dell'hotel, in una sala da pranzo di eleganza essenziale, capace di ospitare circa 50 coperti, si trova il ristorante "Il Magiono", che accoglie sia gli ospiti del resort che la clientela esterna, proponendo una cucina innovativa che mette al primo posto la valorizzazione della tradizione culinaria lombarda, attraverso una accurata selezione dei fornitori delle materie prime.
Nel menù del ristorante prevale infatti la filosofia del "chilometro zero" dove la cucina è fatta con ingredienti del territorio , naturali e biologici e sulla base della reperibilità stagionale degli ingredienti. Anche la pasta fresca viene rigorosamente preparata in casa. Particolare d'estate la cena nella terrazza esterna sotto il pergolato che affaccia sulle siepi di erbe aromatiche e offre uno scorcio panoramico sul castello, in un'atmosfera che riprende il calore delle vecchie osterie di un tempo.
Emanuela Tediosi
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